• Nessuna scorciatoia verso lo smantellamento del CSI-Piemonte. Il pubblico può anche autoriformarsi

    Oggi l’assessore Ghiglia ha ribadito l’urgenza di approvare il disegno di legge che di fatto potrebbe portare allo smantellamento del CSI-Piemonte. Le motivazioni addotte sono l’antieconomicità del consorzio gravato di ridondanti costi aziendali, senza mai portare però dei dati certi che mettano ad esempio a confronto la partecipata piemontese con realtà simili.

    La soluzione delineata è quella di trasformarla in un grande contenitore “appetibile” rinunciando a priori a rendere più efficiente la realtà pubblica che invece noi ritenamo sia in grado di autoriformarsi. Non comprendiamo come si dica che non ci siano più risorse per il CSI-Piemonte quando invece queste ci sarebbero per ipotetici investitori privati, a partire dai 160.000.000 per l’informatica sanitaria. In più non comprendiamo quale sia il legame tra un eventuale risparmio economico e l’arrivo dei privati, se vi è la garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali per cui noi vorremmo una previsione a medio-lungo termine.

    Vorremmo che le scelte fossero suffragate da dati empirici che vadano oltre semplici luoghi comuni. Per questo abbiamo chiesto di audire venerdì il Consiglio di amministrazione e il direttore del CSI-Piemonte. Pensiamo comunque che questa Giunta non sia nelle condizioni di procedere al riordino di un settore così importante come l’ICT piemontese e così confermiamo la nostra attività emendativa al disegno di legge come abbiamo ribadito anche al termine dell’assemblea pubblica davanti a Palazzo Lascaris con i lavoratori del consorzio.

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