• Minori stranieri non accompagnati: approvati i requisiti minimi per la seconda accoglienza

    La Giunta regionale del Piemonte ha approvato, su proposta mia e del collega Augusto Ferrari, i requisiti strutturali e gestionali per le strutture di seconda accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Un provvedimento che recepisce le indicazioni della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e che ha lo scopo di creare omogeneità sui territori.

    Il 5 maggio del 2016 è stato sancito un accordo sui requisiti minimi per la seconda accoglienza con l’obiettivo finale di rendere i minori stranieri non accompagnati autonomi, ed evitando il pericolo di perdere le loro tracce, perché intercettati dalla criminalità organizzata. La seconda accoglienza deve essere gestita in strutture della reta SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) dedicate appositamente ai minori non accompagnati o mediante lo strumento dell’affido.

    Era previsto che le singole Regioni recepissero il documento ed è quello che è stato fatto dalla Regione Piemonte con l’approvazione della delibera di Giunta in questione. Al centro di tutto c’è il superiore interesse del minore e la necessità di assicurargli condizioni di vita adeguate alla sua età, che comprendano protezione, benessere e sviluppo sociale. Per questo motivo oltre a essere prevista un’accoglienza di tipo familiare sarà necessario definire anche un intervento educativo da parte di educatori qualificati.

    I requisiti minimi prevedono che, per conseguire una buona qualità dell’inserimento, dovranno essere assicurate determinate attività: valorizzazione delle risorse individuali del minore allo scopo di favorire il processo di crescita; orientamento e tutela legale; verifica della presenza di parenti e collaborazione per l’eventuale avvio delle procedure di ricongiungimento familiare; iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale; assistenza psicologica e sanitaria; verifica di eventuali condizioni di vulnerabilità o di necessità particolari; assolvimento dell’obbligo scolastico; insegnamento della lingua italiana; formazione secondaria e/o professionale; collocamento in attività lavorative in apprendistato e/o in tirocini; inserimento in contesti e attività socializzanti e per il tempo libero. Le strutture dovranno possedere determinati requisiti minimi edilizi e non potranno ospitare più di sedici minori.

    Il provvedimento risponde alle esigenze del sistema di accoglienza. Secondo il Rapporto Anci-Cittalia, che è stato presentato oggi a Roma, dal 2011 il numero dei minori stranieri non accompagnati (Msna) contattati o presi in carico dai servizi sociali dei Comuni italiani “è incrementato in maniera esponenziale”, passando dai 4.588 del 2010, ai 13.523 del 2014. Nel 2014 le Regioni con il numero più elevato di minori stranieri non accompagnati erano Sicilia (oltre 3.100), Lazio (2.241) e Calabria (1.470). In generale il 96% dei minori sono maschi, il 55,6% ha 17 anni e oltre la metà proviene da quattro paesi: Egitto (21,5%), Bangladesh (13,2%), Gambia (10%) e Albania (9,1%). Dal 2004-2006 sono aumentati i richiedenti di protezione internazionale: si passa da 251 minori agli oltre 3.000 del 2014 (23,4%).

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