• La bella storia di Hamid e i meriti che ci riconosce

    Un sms con scritto: “ti hanno citata su Radio Capital. Complimenti!”. Chissà per quale motivo? Mi domando. È evidente, visto il mio impegno, che possa capitare che qualche organo di informazione riprenda qualche mia dichiarazione, ma chi mi ha scritto quel messaggio si riferiva a qualcosa di diverso che mi ha fatto veramente molto piacere.

    A parlare di me è stato Hamid Zariate, Imam e medico di base in un paesino in provincia di Biella, che è salito agli onori della cronaca per la sua bella storia di integrazione o meglio di inclusione. Quando è arrivato in Italia, nel 1987, aveva solo quattro anni. Insieme a madre e fratelli ha raggiunto il padre che era nel nostro Paese dal 1984 a fare l’ambulante.

    Da quel momento inizia il cammino di Hamid e della sua famiglia. Il padre viene assunto in fabbrica e lui frequenta le scuole fino a diventare medico, professione che esercita da otto anni. A Radio Capital ha raccontato di essersi mantenuto gli studi da solo, lavorando, e grazie al sostegno del nostro ente per il diritto allo studio. E qui arriva il piccolo e grande riconoscimento che mi ha fatto sottolineando l’enorme sforzo che abbiamo sostenuto come Regione Piemonte per portare al 100% la copertura delle richieste di borse di studio.

    Quella di Hamed è una bella storia di mobilità sociale che porta all’inclusione. Lui ha percorso una strada che lo ha portato a diventare un tassello importante nella nostra comunità, adesso l’auspicio è che il nostro Paese sia in grado di garantire i diritti che spettano a lui, alla sua famiglia, ai suoi quattro figli. Lo Ius soli non può più attendere.

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