
In memoria delle 366 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013: ma i morti non sono finiti
Era il 3 ottobre del 2013 quando un “barcone della speranza” affondò a poche miglia da Lampedusa. I morti accertati furono 366 e 20 i dispersi presunti. Solamente 155 persone si salvarono e di queste 41 erano minori. Chi è sopravvissuto alla tragedia, una delle più drammatiche della storia, lo deve alla prontezza di alcuni pescatori che lanciarono l’allarme e portarono i primi soccorsi.
I migranti però continuano a morire. Secondo i dati dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati nel 2014 sarebbero morti ben 3.419 migranti, mentre nel 2015, sempre secondo le Nazioni Unite, il conteggio delle vittime della traversata del Mediterraneo a inizio settembre ammontava a 2.800.
Le vittime del 3 ottobre 2013 sono state una scossa nella coscienza del nostro Paese che in seguito a quella strage decise di rafforzare il pattugliamento del Canale di Sicilia autorizzando l’Operazione Mare Nostrum. A due anni di distanza l’Europa, seppur in ritardo, si è in parte fatta carico di centinaia di migranti che scappano da guerra e povertà in cerca di un futuro.
Ricordare tutte le vittime del Mediterraneo è un modo per non dimenticare che tutti noi abbiamo la responsabilità di accogliere.