• Immigrazione: tra accoglienza e inclusione, ecco cosa fa il Piemonte

    È stato presentato questa mattina a Torino il Dossier Statistico Immigrazione 2016 elaborato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con la rete della redazione della rivista Confronti e con la rete dei redattori regionali del Dossier. Un rapporto realizzato anche grazie al supporto del Fondo Otto per Mille della Chiesa Valdese.

    Ho chiuso i lavori mettendo in evidenza come sia necessario invertire la tendenza che vuole l’accoglienza come un fenomeno emergenziale. Per fare questo è necessario fare assumere ai temi dell’inclusione della popolazione straniera un ruolo sempre maggiore nell’agenda politica del Paese. Esigenza che ho anche portato al Tavolo nazionale di gestione dei flussi migratori non programmati di cui sono componente presso il Ministero degli Interni.

    Ho evidenziato come le politiche di inclusione debbano mettere al centro la persona. Ma i numeri contano. In Piemonte i migranti presenti sul territorio sono circa 13.000 e di questi solo 1.200 sono inseriti in progetti SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) gestiti direttamente dai comuni. L’auspicio è che sempre più amministrazioni comunali decidano di attivare progetti di accoglienza sfruttando la possibilità di accedere al bando SPRAR che è permanente.

    L’accoglienza profughi è solo una faccia della medaglia. Ho voluto sottolineare anche il lavoro che la Regione sta facendo per la popolazione residente sul territorio regionale. Proprio oggi pomeriggio avrà luogo la prima riunione del “Forum regionale dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine” durante la quale si avvierà il confronto partecipato per la stesura del nuovo disegno di legge regionale per la promozione della cittadinanza, uno strumento utile a costruire politiche di inclusione. Ho ribadito che la popolazione straniera, che oggi è vista come un problema anche a causa della strumentalizzazione politica di alcuni, è un’opportunità di crescita per il Piemonte. Il disegno di legge dovrà necessariamente guardare anche a una radicale evoluzione culturale.

    Concludendo ho sottolineato che la Paura non può essere messa sotto il tappeto, ma deve essere vinta attraverso il confronto e la consapevolezza di chi è la persona che adesso percepiamo come un diverso. Un tema che per altro è già stato affrontato dalla Regione con l’approvazione della legge regionale 5 del 2016 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento”

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