• Convegno sulla cooperazione: “Così si aiutano i migranti a casa loro, nei fatti e non solo a parole”

    È fondamentale costruire azioni sinergiche tra chi si occupa di immigrazione e chi di cooperazione. L’ho detto giovedì al convegno ‘Migrare, Cooperare, agire per lo sviluppo locale’ organizzato dalla Regione e dal Centro di formazione dell’Ilo.

    Da Torino si è insomma levato forte un grido all’Europa e al governo, affinché la politica faccia un cambio di passo perché i fenomeni migratori sono inevitabili, ma se strumentalizzati possono scatenare guerre fra poveri.

    Diversi relatori hanno ribadito che nel dibattito pubblico poco di frequente vengono riportati dati oggettivi e completi che possano dare una visione non distorta del fenomeno migratorio. Inoltre chi fa proprio il motto ‘aiutiamoli a casa loro’ non è conseguente. Si limita a parlare ma non pone in essere, nemmeno quando è al governo, azioni concrete in tal senso. Bisogna invece capire che quanto succede in Africa è legato a quanto succede in Europa e alla storia del nostro continente.

    Secondo i tecnici, serve puntare dunque sulla cooperazione come strumento per bloccare sul nascere l’esigenza di interi popoli di cercare un futuro altrove. E soprattutto serve che ci sia un coordinamento con le strategie politiche internazionali, comunitarie, e nazionali. Tutto ciò è possibile solo costruendo procedure specifiche oggi assenti.

    Serve fare sistema ma anche sostenere programmi pluriennali di cooperazione attraverso finanziamenti. In Piemonte in questi anni siamo riusciti a coinvolgere 38 comuni in quasi 70 progetti di cooperazione decentrata in Africa. Aiutando fattivamente alcune persone a crearsi un’occupazione là dove sono nati. Abbiamo coinvolto anche le associazioni della diaspora e quindi le persone che sono fuggite dalle loro terre per raggiungere l’Italia e oggi collaborano per migliorare la situazione economica dei loro paesi.

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