• A cinque anni esatti dall’annuncio, chiediamo un bilancio della fusione Intesa Sanpaolo

    Correva l’anno 2006.

    Cinque anni fa, il 24 agosto 2006, veniva annunciato il progetto di fusione destinato a far nascere il colosso Intesa San Paolo, cogliendo di sorpresa molti esponenti del mondo politico ed imprenditoriale piemontese e nazionale.

     Annuncio di favolosi approdi, cui peraltro in questi anni, non sembrano aver fatto seguito grandi notizie sul piano dell’occupazione e dello sviluppo nel nostro territorio.

    L’accordo degli scorsi giorni per 8000 tra esuberi e ricollocazioni, ha investito solo in parte il Piemonte e Torino con 743 unità coinvolte, ma in una visione complessiva riteniamo sia indispensabile che la politica e le istituzioni tornino ad occuparsi di Intesa San Paolo e del suo futuro.

    La Compagnia di San Paolo con il suo. 9.7 %, continua ad essere il principale azionista di Intesa San Paolo e nel suo Consiglio Direttivo siedono 4 esponenti nominati dagli enti locali (2 Dal Comune e 1 rispettivamente da Provincia e Regione)

    Non sfugge peraltro il ruolo fondamentale che le Fondazioni Bancarie, e la Compagnia tra queste, ricoprono nella vita sociale e culturale piemontese così come il costante sostegno al welfare mantenuto in questi anni.

    Le notizie di Borsa di queste ore, segnalano un attacco speculativo pesante anche nei confronti della Banca, ed è ancora difficile comprendere quali ricadute avranno nel medio termine, le massicce vendite sui listini.

     Non  ci appassiona il tema sulla torinesità in sé della banca, ci preoccupa piuttosto vedere svilite centinaia di professionalità che hanno sostenuto nel corso degli anni lo sviluppo locale e le imprese piemontesi.

     Riteniamo irrinunciabile tracciare una linea e provare a stendere  un bilancio politico della fusione, da sviluppare nelle sedi di quelle istituzioni che attraverso i propri rappresentanti concorrono alla governance della Compagnia di San Paolo, primo azionista.

     Auspichiamo per questo alla ripresa della attività istituzionale della Regione, che il Presidente Cota si faccia ricettore di questa esigenza, emersa da più parti, e riferisca al Consiglio circa i tempi e i modi con cui affrontare il tema del futuro di Intesa San Paolo nel territorio Piemontese.

     Non vorremmo che l’unico lascito significativo della fusione di quella estate 2006, fosse il gigante di vetro e cemento che sta ergendosi in Corso Inghilterra, monumento ai bei fasti del San Paolo che fu.

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