• Sull’immigrazione fermiamo la caccia al titolone e apriamo una campagna di informazione responsabile

    Anche quando si parla di immigrazione la politica deve assumere comportamenti responsabili. La caccia al titolo d’apertura del giornale non è il modo giusto di cercare le soluzioni ai disagi della popolazione. Andando avanti così rischiamo di finire tutti perdenti. Con un appello alle forze politiche e ai media ho voluto concludere il mio intervento alla presentazione della Carovana italiana per i diritti dei migranti che si è tenuta oggi a Palazzo Lascaris a Torino.

    La Carovana italiana per i diritti dei migranti partirà il 22 novembre da Lampedusa e percorrerà oltre 2.000 chilometri facendo tappa in quelli che sono alcuni dei luoghi simbolo dello sfruttamento dei lavoratori immigrati e si concluderà a Torino il 6 dicembre. Contestualmente in Messico la Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos percorrerà le strade che dal Centroamerica arrivano negli Stati Uniti. Italia e Messico sono state unite in questo evento perché da noi come oltre oceano i diritti dei migranti e richiedenti asilo sono minacciati da politiche restrittive di controllo delle frontiere oltre che dallo sfruttamento.

    In Italia politica e informazione trattano il tema dell’immigrazione in modo speculativo. Nessuno nega che esista un disagio sociale che le istituzioni devono affrontare e risolvere, ma fomentare l’odio e il conflitto tra fasce deboli non è la soluzione giusta. La Carovana italiana per i diritti dei migranti è una risposta al modo becero con il quale il nostro paese tratta le politiche per l’immigrazione. L’informazione dovrebbe tentare di narrare non solo il disagio sociale e il conflitto, ma anche l’altra faccia della medaglie.

    Ho tentato poi di puntare l’obiettivo anche su tutte le dicerie che stanno creando confusione tra la popolazione. In Piemonte gli stranieri sono 464.000, il 9% della popolazione piemontese, un dato più alto rispetto a quello nazionale che è dell’8%. La fruizione di servizi da parte di questi cittadini è in linea con quella che è la loro densità rispetto al totale della popolazione regionale. Le case popolari, ad esempio, vengono loro assegnate in proporzione alla loro presenza sul territorio piemontese. Dobbiamo far comprendere ai cittadini che dare diritti agli stranieri non significa toglierli a loro.

    (FOTO GABRIELE MARIOTTI)

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