• REDAZIONE DEL BILANCIO DI GENERE

    CITTA’ DI TORINO

    MOZIONE N. 28

    Approvata dal Consiglio Comunale in data 1 luglio 2003

    OGGETTO: REDAZIONE DEL BILANCIO DI GENERE.

    “Il Consiglio Comunale di Torino,

    PREMESSO CHE

    – la Commissione Diritti della Donna e Pari Opportunità del Parlamento Europeo sta analizzando il tema “Gender mainstreaming e gender budgeting” e in Italia la Provincia di Genova con il Comune di Sestri Levante ed il Comune di Modena hanno avviato una sperimentazione della redazione di un bilancio di genere;

    – la mozione avente per oggetto: “Le politiche di pari opportunità nel Bilancio Previsionale e Programmatico”, (mecc. 2002 01086/002) ha impegnato il Sindaco e la Giunta ad inserire nella Relazione Previsionale e Programmatica del 2003 quali azioni siano orientate alla realizzazione di politiche di pari opportunità e quali risorse siano a tal fine destinate;

    – la mozione avente per oggetto: “Redazione del Bilancio sociale per il Comune” (mecc. 2002 09422/002) impegna il Sindaco e la Giunta ad introdurre gradualmente con criteri conformi alla normativa vigente, accanto alla stesura del bilancio economico finanziario, il bilancio sociale da cui si possano dedurre le peculiarità dell’intervento dell’Amministrazione Comunale per la Città;

    RILEVATO CHE

    – la differenza, concepita come cittadinanza di entrambi, donne e uomini, impone la gestione delle diversità, per cui tutte le politiche di un’Amministrazione pubblica devono essere necessariamente attraversate dalla consapevolezza di genere;

    – il presupposto teorico dell’analisi dei bilanci pubblici per genere è che le politiche economiche non siano neutrali e che quindi le scelte dei governi locali o nazionali influiscano in modo diverso sugli uomini e sulle donne, a causa dei diversi carichi lavorativi e familiari.

    RITENUTO CHE

    Il Bilancio di genere:

    – non è la produzione di un bilancio separato per le donne, ma ha l’obiettivo di leggere la domanda dei servizi anche in relazione al genere;

    – può essere ricondotto a quattro fasi:

    1) la definizione della domanda potenziale di servizi “sensibili al genere”, preceduta da un’analisi della popolazione per genere, che evidenzi, ad esempio, le problematiche lavorative e quelle riferite alla conciliazione lavoro-famiglia;

    2) la riclassificazione di bilancio per aree tematiche, direttamente inerenti il genere (progetti specifici di pari opportunità), indirettamente inerenti il genere (servizi per l’infanzia e l’adolescenza, per gli anziani, interventi sociali, impianti sportivi), di genere “ambientali” (polizia municipale, viabilità e trasporti, parchi e tutela del verde, illuminazione) e neutre per il genere (rifiuti, municipalizzate, ..);

    3) l’analisi dell’offerta dei servizi;

    4) l’incrocio della domanda del territorio con l’offerta di servizi attraverso l’utilizzo di appositi indici di genere;

    – può comprendere un’analisi della situazione occupazionale dei dipendenti comunali in relazione al genere ed al Piano di Azioni Positive che si intende attuare;

    – offre un ulteriore strumento di valutazione e comunicazione dell’operato dell’ente rispetto al genere;

    IMPEGNA

    Il Sindaco e la Giunta ad introdurre gradualmente, in base alla metodologia indicata, accanto alla stesura del bilancio economico finanziario, il bilancio di genere insieme al bilancio sociale, da cui si possano dedurre le specificità dell’Amministrazione Comunale per la Città.”

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