Medicina di Genere: mettere a sistema le iniziative

Della complessità generata dalle differenze nella medicina di genere non se ne parla ancora abbastanza. Tra gli uomini e le donne piemontesi non è ancora chiara l’importanza di percorsi di prevenzione e cura che tengano conto delle specificità di genere. È per questo che è fondamentale moltiplicare i momenti di riflessione e le opportunità di informazione ai cittadini e alle cittadine.

La finalità della Regione Piemonte è di mettere a sistema le diverse iniziative portate avanti in questo ambito sul nostro territorio.

Ho proposto che uno degli obiettivi di lavoro del piano di attività dell’Ires, il nostro ente di ricerca, debba essere proprio la medicina di genere perché vengano elaborati gli strumenti da adottare in questo percorso.

Per la prima volta la Regione Piemonte ha voluto inserire tra gli obiettivi del Piano regionale della prevenzione per il periodo 2014-2018 anche il fattore di genere perché è fondamentale tenere conto delle peculiarità femminili non solo sotto l’aspetto biologico-funzionale, ma anche psicosociale e culturale. Bisogna umanizzare la medicina e renderla rispettosa dei diritti e delle sensibilità dei pazienti e delle pazienti.

In Piemonte nel gennaio 2014 il 51,6% della popolazione era donna e aveva un’aspettativa di vita pari a 86,4 anni; più bassa per gli uomini, 79,7. Sedentarietà, abitudini alimentari scorrette, mancanza di prevenzione, esposizioni professionali sono i principali fattori di rischio tra le donne; una dieta scorretta, il tabagismo, l’utilizzo di alcol, i rischi professionali dovuti a esposizione a polveri, rumori, cattive posizioni ergonomiche sono i principali fattori di rischio tra gli uomini. Senza contare i fattori che coinvolgono tutta la popolazione come per esempio il vivere in case insicure e quindi l’esposizione a infortuni domestici.

È chiaro che un’analisi di genere approfondita ci potrà dare indicazioni puntuali utili a definire in modo più efficace le nostre azioni di prevenzione.