
Inaugurata la mostra Exodos a Chieri
Occhi neri e stanchi, corpi avvolti da coperte, abiti lisi, piedi scalzi su strade polverose. Le immagini della mostra Exodos sono arrivate ieri a Chieri, in via San Domenico 1.
All’inaugurazione della retrospettiva, nel Salone San Domenico, ho partecipato con la responsabile dell’associazione TraMe (che si occupa di accoglienza), Odilia Negro, il sindaco di Chieri, Claudio Martano e quello di Riva, Livio Strasly.
I due primi cittadini hanno parlato dei progetti avviati sul territorio di competenza. “I nostri progetti di inclusione stanno andando bene, – racconta il sindaco di Riva – Oggi, insieme agli altri comuni del Consorzio, abbiamo in carico circa 250 persone e addirittura stiamo cercando di convertirne alcuni CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) a SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati”.
Le due tipologie di presa in carico si distinguono proprio per l’assegnazione di migranti in base ai bandi delle prefetture sui territori delle amministrazioni comunali, nel primo caso, mentre nel secondo sono i Comuni a gestire direttamente l’accoglienza dei richiedenti asilo.
“La mostra Exodos vuole essere uno strumento per far riflettere sul tema delle migrazioni. Non vogliamo imporre delle tesi. Sappiamo bene delle difficoltà che una parte di società civile deve affrontare nel momento in cui si trova a convivere con chi è portatore di culture diverse. E non vogliamo sminuirle. Vogliamo più che altro fare emergere anche ciò che di positivo si sta facendo nei nostri territori a questo riguardo”.
La strada scelta è quella di sostenere l’iniziativa degli Allievi del master di giornalismo ‘ Giorgio Bocca’ e i fotografi da loro coinvolti. “Insieme stiamo preparando una nuova edizione di Exodos che proseguirà a Roma e a Bruxelles, grazie anche alle associazioni che fanno vivere il progetto e fanno parlare di immigrazione”.
La mostra “Exodos. Rotte migratorie, storie di persone, arrivi, inclusione” arriva a Chieri dopo il successo di pubblico a Carignano, dove ha chiuso le sue porte sabato mattina, dopo aver accolto 644 visitatori. Anche qui sarà possibile vedere le foto di dieci fotoreporter (Marco Alpozzi, Mauro Donato, Max Ferrero, Mirko Isaia, Giulio Lapone, Matteo Montaldo, Giorgio Perottino, Andreja Restek, Paolo Siccardi e Stefano Stranges) e il lavoro di due videomaker indipendenti torinesi (Stefano Bertolino e Cosimo Caridi). Immagini realizzate tra il 2014 e il 2016 in alcuni dei momenti e dei luoghi più drammatici dell’emergenza profughi, come le isole di Lesbo e Kos, la frontiera di Idomeni, la giungla di Calais, ma anche i Balzi Rossi vicino a Ventimiglia o il mare al largo di Lampedusa.
Per l’allestimento è stato scelto un percorso tematico, per guidare il pubblico nei vari momenti che scandiscono la quotidianità di chi dalla propria terra intraprende il cammino verso un mondo migliore.