• Il comportamento scorretto di alcuni sindaci non fermerà il diritto ad amarsi delle coppie omosessuali

    Sono molto contenta per Luca e Massimo che finalmente hanno potuto realizzare il loro sogno di unirsi civilmente anche se con qualche mese di ritardo, a loro vanno i miei migliori auguri per una vita serena insieme.

    Resta il rammarico per la brutta storia del rifiuto otto mesi fa da parte del sindaco di Favria, Serafino Ferrino, di celebrare la loro unione. Il sindaco si è rifiutato di applicare una legge dello Stato, la Legge 76 del 20 maggio 2016, più famosa come legge Cirinnà dal nome della sua prima firmataria, invocando l’obiezione di coscienza in quanto unire civilmente due persone dello stesso sesso che si amano sarebbe stato in contrasto con la propria etica personale. Credo che questo comportamento non meriti neanche commenti, quello che conta è che ora Luca e Massimo abbiano finalmente potuto celebrare la loro unione nel vicino Comune di Rivara.

    Intanto siamo quasi giunti ad un anno dall’approvazione della legge ed è tempo di primi bilanci, in quasi un anno sono state oltre mille le coppie omosessuali che hanno deciso di unirsi civilmente e sono convinta che il prossimo anno saranno molte di più. Una legge non fa miracoli, è sicuramente un buon inizio ed un aiuto prezioso, ma la strada per cambiare la mentalità e la cultura è ancora lunga. Proprio in quest’ottica in Piemonte lo scorso anno abbiamo approvato la Legge 5 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento” sulla quale quest’anno abbiamo stanziato 250.000 euro suddivisi tra “Fondo di solidarietà per la tutela giurisdizionale delle vittime di discriminazioni” e “Rete regionale contro le discriminazioni”.

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