• Apre a Torino To Housing il primo progetto di co-housing sociale per accogliere persone Lgbt in difficoltà

    To Housing è il nuovo progetto di co-housing sociale che apre a Torino per accogliere persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in difficoltà e in condizioni di estrema vulnerabilità.
    Prima esperienza con queste caratteristiche in Italia, potrà accogliere 24 ospiti in cinque appartamenti di proprietà Atc – Agenzia Territoriale per la Casa di Torino non destinati alle graduatorie per le case popolari. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al sostegno della Regione che ha stretto un accordo proprio con Atc, in modo che gli immobili fossero messi a disposizione dell’associazione Quore.

    Il mio assessorato ha reso possibile anche l’arredo dei cinque appartamenti mettendo in contatto la catena Ikea con chi aveva ideato il progetto.  Questo è solo di un tassello in più che va a inserirsi in un programma più vasto che in questi anni abbiamo realizzato. A partire dalla legge 5 contro le discriminazioni, che ha consentito l’apertura di circa cento sportelli informativi antidiscriminazione solo nel 2018, andando a consolidare una vera e propria rete a tutela dei cittadini. Abbiamo creato un fondo per il sostegno delle spese legali di chi viene discriminato per orientamento sessuale. E, ancora, rinnovato ogni anno il patrocinio ai Pride, operato alla creazione di una vera task forse che vede coinvolti anche i garanti regionali. Tutto ciò con un unico obiettivo: contribuire a una società più giusta.

    To-Housing nasce non solo per rispondere all’emergenza abitativa ma anche per attivare, proprio a partire da un bisogno primario e fondamentale come la casa, percorsi di reinserimento sociale. Verranno accolti giovani tra i 18 e i 26 anni allontanati dalle famiglie di origine a causa dell’orientamento sessuale, migranti e rifugiati omosessuali, anziani Lgbt in condizione di solitudine o povertà, persone transessuali e trans gender. Volevamo dare risposte a tutte e tutti coloro che vivono una condizione di doppia discriminazione – orientamento sessuale, origine etnica, età, condizione sociale – e si trovano in condizione di povertà o esclusione sociale. In questa prospettiva assicurare un luogo sicuro dove poter vivere rappresenta l’occasione per intraprendere un percorso di uscita dal disagio e di (re)inserimento socio-lavorativo. Un’equipe di accoglienza composta da educatori, psicologi e assistenti sociali esaminerà le segnalazioni (che potranno arrivare anche in modo diretto contattando Quore al numero dedicato, che sarà attivo dalle 13 alle 18 e indicato sul sito www.quore.org da lunedì 17 dicembre, o scrivendo alla mail tohousing@quore.org), svolgerà il primo colloquio e valuterà l’accesso degli ospiti. La permanenza media
    prevista di 8 mesi potrà essere eventualmente estesa per completare il percorso di autonomia degli utenti.
    Il progetto si inserisce nelle logiche della strategia della Regione Piemonte We.Care. Lo sviluppo di processi collaborativi è di fatto centrale nella gestione del progetto, che si articola in diverse fasi e coinvolge, pertanto. un ampio numero di organizzazioni, enti ed esperti.  Se oggi i cinque appartamenti sono prontui a ospitare persone che ne hanno bisogno, questo è stato possibile soprattutto grazie a Quore. Ma anche a un gioco di squadra.  Oltre a noi, hanno contribuito alla riuscita del progetto tante istituzioni e privati. A partire dal Consiglio Regionale del Piemonte, fino all’Atc, Ikea, Iren, Philips, Cooperativa Di Vittorio, La Banca delle Visite e Medi.ca.

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