• Risposta preoccupante della giunta alla nostra interrogazione in Consiglio regionale sulla borgata Troncea a Pragelato. I territori montani vanno valorizzati, non privatizzati

    Ufficialmente non è stata concessa nessuna istanza di autorizzazione per la ristrutturazione della borgata Troncea a Pragelato, ma i privati avrebbero già messo gli occhi sui lavori di ristrutturazione edile del territorio: unica condizione, i lavori devono essere per destinazione esclusivamente residenziale.

    A confermare che le nostre preoccupazioni hanno solide fondamenta sono gli uffici regionali che in una nota in risposta ad una nostra interrogazione regionale scrivono: “Per maggiore chiarezza si precisa di aver contattato l’Ufficio tecnico del Comune di Pragelato, che ha confermato che è stata presentata da parte di privati all’attenzione del Consiglio comunale un’ipotesi di proposta progettuale concernente un piano di recupero della Borgata Troncea [.. ]”.

    I primi allarmi li aveva lanciati la stampa locale riportando notizie riguardanti un piano di recupero della borgata che prevederebbe la costruzione o ricostruzione di dodici nuove case. Un’operazione che andrebbe ad operare in un territorio dall’indubbio valore storico, architettonico e paesaggistico. Il presupposto di partenza del progetto sarebbe una ristrutturazione degli edifici preesistenti, modificando la destinazione d’uso che le vigenti norme del Piano d’Area della Regione Piemonte stabiliscono in turistico/ricettiva e agro-silvo-pastorale. Tutto ciò in una zona, che è la Val Troncea, riconosciuta come Sito di interesse comunitario (SIC) e Zona a Protezione Speciale (ZPS) in quanto caratterizzata da una notevole ricchezza floristica e faunistica con specie rare e protette.

    Se tutto ciò avesse inizio ci troveremmo di fronte a sei anni di cantiere e su un territorio condizionato pesantemente dal transito dei veicoli utilizzati da coloro che andrebbero ad abitare in quelle nuove strutture. Il risultato? L’impossibilità di prosecuzione delle attività sportive praticate in valle, in particolar modo gli sport invernali e soprattutto lo sci di fondo: attività per la quale la Val Troncea è nota e grazie alla quale si è sviluppata un’economia di tipo stagionale.

    Il tipo di intervento avrebbe un impatto pesante sotto il profilo ambientale ed ecologico, a causa del carico antropico che introdurrebbe all’interno del Parco, e culturalmente discutibile in quanto cancellerebbe ciò che resta di preziose testimonianze architettoniche con un elevato valore etnografico e storico.

    Noi siamo per una ricostruzione della borgata attraverso il sostegno allo sviluppo di attività imprenditoriali che vogliano favorire il ritorno alla montagna e che valorizzino le sue tradizioni, con la presenza di attività di coltivazione, allevamento, casearie, artigianali dove la parte abitativa rappresenti un elemento di servizio e non di tipo esclusivo. La sezione pinerolese di Italia Nostra, insieme con Lega Ambiente, ha già raccolto sul territorio del comune di Pragelato (a cui appartiene amministrativamente la Val Troncea) più di seicento firme di cittadini dichiaratisi contrari all’intervento sopra descritto.

    Dopo aver ascoltato le parole con le quali ha risposto l’assessore Vignale alla nostra interrogazione questa mattina in Consiglio regionale siamo ancor più preoccupati. Seppur abbia ribadito che formalmente non sia stato ancora adottato alcun atto amministrativo, dalle sue parole evinciamo la sua propensione a sostenere progetti come quello in discussione, perché a suo avviso rappresenterebbero un equilibrio accettabile tra “tutela” e “sviluppo”.

    Noi crediamo invece che prima di tutto si debba puntare alla “conservazione” ambientale, tradizionale ed economica del nostro territorio. C’è sviluppo e sviluppo. I territori montani vanno valorizzati, non privatizzati. Riteniamo a questo scopo fondamentale che prosegua la mobilitazione dell’opinione pubblica.

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