• Pirogassificatore di Borgofranco d’Ivrea: le istituzioni ascoltino i cittadini e gli amministratori locali. Interrogazione urgente in Consiglio regionale

    Vogliono fare un pirogassificatore a Borgofranco d’Ivrea e noi non ci stiamo. Come sempre stanno facendo tutto senza ascoltare minimamente la popolazione: l’impianto di coincenerimento, realizzato dalla società Comimet di Bussoleno nell’area ex Alcan-Novelis di Borgofranco d’Ivrea, dovrebbe entrare in funzione a breve. La Provincia ha infatti autorizzato per due anni un impianto che prevede la combustione di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da plastiche generiche, pollina, fanghi di cartiera e fanghi provenienti da impianti di depurazione delle acque reflue urbane. L’impianto autorizzato è di piccolissime dimensioni, infatti non supererà le 5 tonnellate di rifiuti trattati al giorno, ed è di carattere sperimentale, proprio per valutarne il funzionamento, raccogliere i dati e utilizzarli per la procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto presentato dall’azienda.

    Gli amministratori locali e i cittadini sono convinti che dopo la sperimentazione si vorrebbe utilizzare l’impianto installato per passare all’incenerimento permanente di quantità maggiori di rifiuti, infatti è stata presentata la richiesta di poter bruciare 16 mila tonnellate l’anno. Il pirogassificatore potrebbe rappresentare un danno di sostanza e di immagine allo sviluppo del turismo che è fondamentale dopo la deindustrializzazione del territorio canavesano. L’incenerimento è un sistema di smaltimento dei rifiuti arcaico, con una ricaduta occupazionale minima. La combustione a torcia delle materie prime, per quanto a camino e non più a terra, non ha filtri e le particelle sprigionate dai pirogassificatori percorrono migliaia di chilometri.

    I sindaci di nove comuni (Andrate Carema, Montaldo Dora, Nomaglio e Quassolo, Quincinetto e Settimo Vittuone, Tavagnasco e Chiaverano) insieme a Legambiente hanno approvato un documento con le linee di sviluppo che vogliono per il loro territorio ovvero: no agli impianti a caldo, sì ad una gestione sovracomunale di queste questioni e sì ad un tipo di economia che valorizzi il territorio (agricoltura, turismo e ristorazione). I tre comitati di cittadini (Dora Baltea che respira, Dora Baltea in movimento e il gruppo No piro) hanno fatto partire una raccolta firme ufficiale finalizzata al referendum consultivo, perché l’impianto non si faccia senza il parere dei cittadini.

    Il Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola ha presentato in merito un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere come intenda intervenire per tutelare la bellezza naturale del Canavese e la salute dei suoi abitanti dalla costruzione di un inceneritore all’imbocco di una valle. L’ambiente e la salute dei cittadini devono essere tutelati al di fuori di qualsiasi interesse di sorta.

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