• Intervento di Monica Cerutti, assessora della Regione Piemonte, all’assemblea di Alleanza Cooperative italiane Piemonte

    Questa mattina ho portato i saluti del Presidente Sergio Chiamparino e della Giunta in occasione della II Assemblea di Alleanza delle Cooperative italiane Piemonte.

    La seconda Assemblea di un’alleanza tra realtà della Cooperazione nata lo scorso anno come sfida ambiziosa in un Paese troppo spesso abituato a convivere con un eccessiva frammentazione delle sue realtà economiche.

    L’universo della Cooperazione in Italia negli ultimi quindici anni ha saputo fare fronte a cambiamenti radicali sul fronte legislativo e ha aggiunto a questi innovazioni importanti imposte dall’avvento della globalizzazione e dalla necessità di competere in un’ottica internazionale.

    La principale sfida lanciata alla cooperazione è stata quella di competere e rafforzare la propria forza economica senza venire meno alla funzione sociale che è posta alla base stessa della nascita delle cooperative nel nostro Paese.

    Coniugare la coesione sociale con la produttività e la competizione è un tema quotidiano per la nostra Regione che più di altre sta vivendo una congiuntura economica negativa e che però trova nella forza delle cooperative un argine in grado di mitigare gli effetti della crisi.

    Scorrendo i dati degli studi elaborati con riferimento alle Aree Metropolitane, appare evidente che proprio nei grandi centri urbani come Torino si è riusciti a generare nuove imprenditorialità anche negli anni della crisi. Questo elemento non può passare inosservato cosi come i numeri del valore della produzione totale generato dalle Cooperative nel solo 2013 in Piemonte.

    Da assessora alle pari opportunità, alle politiche giovanili e all’Immigrazione, mi occupo di donne, giovani e bambini ovvero del futuro della nostra società. Non posso che accogliere l’appello lanciato nei giorni scorsi da Guido Geninatti, portavoce dell’alleanza per il Piemonte per il sociale, che ha chiesto a Regione e Comune di evitare tagli lineari che mettano in discussione i servizi alla persona. Apriamo un confronto su questi temi perché servizi sanitari, socioassistenziali, educativi e di inserimento lavorativo devono essere preservati per mantenere alto il livello della giustizia sociale.

    Come soggetti politici dobbiamo provare a mettere in atto strumenti per avviare un cambiamento positivo a livello sociale, lasciando da parte scelte meramente tecniche applicate senza alcun tipo di scelta sulle priorità. Già con l’assestamento di bilancio dovremo andare in questa direzione integrando subito le risorse destinate al diritto allo studio, ai trasporti e alle politiche sociali. Non sarà semplice il percorso e dovremo tenere conto delle criticità, magari studiando modelli nuovi e innovativi da sperimentare.

    La Regione dovrà affrontare temi che sono stati messi sotto il tappeto o che sono stati strumentalizzati nella passata legislatura, uno di questi è l’immigrazione. Dovremo avviare un lavoro comune perché su questo fronte sarà necessario un ascolto delle esigenze, di partecipazione e di attenzione a livello sociale. Il mondo cooperativo in questo ambito è attivo. Voglio inoltre sottolineare il peso che la cooperazione ha avuto in questi anni nell’integrazione sociale e nell’innovazione culturale prima ancora che economica.

    Non possono infatti sfuggire i contributi fattivi a favorire parità di accesso al mercato del lavoro per le donne così come ad agevolare l’inserimento nella società italiana dei migranti: mi piace considerare questa come la realtà più avanzata dell’integrazione economica e sociale nel nostro Paese.

    Fotografia Gabriele Mariotti

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