Che fine faranno gli studi di genere?
Ieri, in Consiglio Regionale, è giunta la risposta all’interrogazione che avevamo presentato mesi fa, in merito alla mancata attivazione dei corsi universitari in studi di genere, promossi dalla Commissione Pari Opportunità su sollecitazione del CIRSDe. Ci era infatti pervenuta la segnalazione della cancellazione dei quattro corsi in “Storia delle donne e di genere” da parte dell’Università di Torino e dell’Università del Piemonte Orientale, che non hanno ritenuto di farsi carico della continuità di questi insegnamenti, contestualmente al mancato finanziamento del progetto da parte della nuova Commissione Pari Opportunità. Leggi Tutto
Audita la dottoressa Briccarello, il pasticcio delle Federazioni alla base del caos proroghe
Questa mattina come da programma in Commissione Speciale d’indagine su SCR-Appalti-Sanità abbiamo potuto ascoltare la dottoressa Giovanna Briccarello, direttrice generale dell’ASL TO1, in merito alle proroghe di affidamenti di servizi e incarichi da parte della stessa azienda sanitaria. Ci è stato riferito che vi è la consapevolezza che siano stati fatti degli errori e la delibera successiva di formalizzazione di tutte le proroghe sia stata assunta in autotutela. Leggi Tutto
Cedolino Ottobre 2013
L’attacco informatico valorizza la natura pubblica del Csi-Piemonte e della sicurezza dei dati pubblici gestiti
I problemi evidenziati ieri dall’attacco informatico ricevuto dei server del CSI Piemonte sono di rilevante importanza e costituiscono una delle sfaccettature che molte volte viene trascurata nel dibattito sul futuro del CSI: la sicurezza dei dati pubblici, personali e sensibili affidati al CSI Piemonte.
Come si è potuto vedere, l’attacco, sebbene ben congegnato, è stato respinto e affrontato con efficacia, professionalità e tempestività dal personale del CSI Piemonte.
Carmagnola: 130 bengalesi sono stati raggirati, l’imprenditore italiano non è più reperibile. SEL presenta un’interrogazione in Regione e Parlamento
Accadde tutto nella scorsa primavera quando, con la promessa di un posto fisso a 1.200 euro al mese, 130 lavoratori originari del Bangladesh vengono raggirati da un imprenditore italiano con l’aiuto di due loro connazionali. Il meccanismo è semplice ed in qualche modo cerca di fare leva sulla disperazione, ingenuità e poca organizzazione di chi, arrivato in Italia per cercare un futuro migliore, si ritrova in balia della disorganizzazione italiana in tema di lavoro e immigrazione. Non è un caso che il capolarato sia ancora un fenomeno attivo. Leggi Tutto