• Subito Stefano Rodotà senza se e senza ma

    In queste ore la confusione regna sovrana nel trovare un accordo sul nome del Presidente della Repubblica.
    Dal mio punto di vista, non è sostenibile riportare l’orologio indietro, dopo l’innovazione che ha segnato l’elezione dei presidenti delle Camere. In questo senso andrebbero i nomi di Giuliano Amato e Massimo D’Alema. E’ un dato di fatto, del tutto indipendente dalle esternazioni di Grillo di queste ore.
    Sul fronte femminile, a me caro, i nomi di Emma Bonino e Milena Gabanelli non raccolgono un consenso sufficiente da fornire loro concrete chance.
    Restano Romano Prodi e Stefano Rodotà.
    Dovendo quindi fare una necessaria scelta, privilegerei da subito la possibile convergenza con il M5S sul secondo, anche qui in modo del tutto slegato dalla valutazione su eventuali accordi successivi, o tatticismi di questi momenti, incomprensibili da chi ci sta guardando.
    In un momento così complesso, la carica simbolica che ha il nome di Stefano Rodotà in tema di diritti e di beni comuni darebbe un’altra boccata di ossigeno alla sinistra, in quel cammino di rifondazione delle proprie ragioni costitutive, in sintonia con il messaggio che ci è venuto prepotentemente delle urne.