Sui diritti umani il nostro Paese superi l’arretratezza denunciata dal Consiglio d’Europa
Dopo le parole pronunciate oggi dal commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, sembra ancor più evidente l’enorme lavoro che l’Italia debba fare per mettersi al passo con le politiche europee in materia di immigrazione.
Muiznieks dal 3 al 6 luglio ha visitato il nostro Paese con l’obiettivo di tastare con mano le condizioni in cui vivono gli immigrati in Italia. Il rapporto non è sicuramente esaltante: ha espresso grande preoccupazione per gli ospiti dei Centri di Identificazione ed Espulsione, ma anche per chi ottiene lo status di rifugiato politico senza però ricevere il supporto essenziale. Avevamo sollevato la problematica dei CIE dopo la nostra visita a quello di Torino. Anche noi crediamo, come ha detto il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, che la situazione degli immigrati sia “inaccettabile in un paese come l’Italia”.
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I Cie non hanno ragione di esistere
Visitare un CIE ci fa toccare con mano l’arretratezza della legislazione italiana in materia di immigrazione, e contemporaneamente osservare da vicino uno spaccato del Paese che in molti vorrebbero nascondere sotto il tappeto come se fosse polvere. Venerdì 1 giugno 2012 abbiamo visitato il Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino. La giornata era soleggiata e la temperatura percepita si aggirava attorno ai 30 gradi centigradi. Siamo stati accolti all’interno del centro dal direttore, da agenti della questura e della prefettura.
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Ecco cosa abbiamo visto all’interno del CIE di Corso Brunelleschi
Visitare un CIE ci fa toccare con mano l’arretratezza della legislazione italiana in materia di immigrazione, e contemporaneamente osservare da vicino uno spaccato del Paese che in molti vorrebbero nascondere sotto il tappeto come se fosse polvere.
Venerdì 1 giugno 2012 abbiamo visitato il Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino. La giornata era soleggiata e la temperatura percepita si aggirava attorno ai 30 gradi centigradi. Siamo stati accolti all’interno del centro dal direttore, da agenti della questura e della prefettura. Il complesso è gestito dalla Croce Rossa e può contenere un massimo di 131 persone: a venerdì pomeriggio erano presenti 90 uomini e 27 donne per un totale di 117 “ospiti”. Leggi Tutto