• Sanità, i piemontesi sono preoccupati: vogliono garanzie sulla continuità della cura. Sollecitate rassicurazioni sulla Breast Unit della Città della Salute

    In questi giorni tutte le consigliere regionali del Piemonte hanno ricevuto una lettera molto toccante di una cittadina, rilanciata da numerose altre cittadine. Con estrema dignità e sensibilità questa donna piemontese ci ha raccontato la sua storia, che non vogliamo strumentalizzare e mercificare, e ci ha espresso le sue preoccupazioni. Ci ha detto di aver conosciuto “un’eccellenza nel traballante panorama della sanità piemontese: la Breast Unit delle Molinette, presso il San Lazzaro. Un team di medici competenti (chirurghi, chirurghi plastici, oncologhe, psicologhe, dietiste, patologi) che affrontano i casi nei loro vari aspetti e nel corso del tempo, ed un team di infermiere davvero straordinarie per umanità e livello di specializzazione. Locali allegri, appena ristrutturati“.

    Il fatto che questa cittadina denuncia è che la Breast Unit delle Molinette dovrebbe “essere smantellata e trasferita al Sant’Anna, dove non verrà ricostituita se non nel nome“. Dice: “Forse i chirurghi si trasferiranno, ma di certo non il team delle infermiere e gli altri specialisti. Un altro reparto di senologia che scompare, nonostante l’incidenza del tumore al seno in Piemonte sia di una donna su 8 e sia in crescita“. Questa donna piemontesi si interroga, come noi, sul futuro della sanità piemontese e sulla continuità della cura, oltre che sulla dispersione dell’immenso patrimonio umano.

    Questa mattina la presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, Carla Spagnuolo, ha chiesto all’assessore Cavallera di riferire sulla vicenda che ci è stata sottoposta. Che fine farà questa unità operativa? Il direttore della Direzione Sanità, Sergio Morgagni, ha rassicurato sul fatto che non si stia procedendo ad alcuna chiusura o diminuzione del servzio offerto. Si tratta, come da lui dichiarato, del trasferimento graduale della residua attività chirurgica del San Giovanni Battista alla Breast Unit del Sant’Anna, così come previsto dal Piano Sanitario per la Città della Salute.

    E’ nostro compito vigilare rispetto alla garanzia dei servizi offerti, anche in relazione alla, contrastata da me e dagli altri consiglieri dell’opposizione, chiusura dell’Ospedale Valdese di Torino. La lettera che ci ha scritto questa paziente torinese è preziosa perché ci permette di misurare il livello di preoccupazione della cittadinanza rispetto alla situazione sanitaria piemontese e ci serve per tracciare una mappa dei disservizi: tutti dovrebbero seguire questo esempio fornendoci informazioni sui presidi ospedalieri della regione.

    In più occasioni ci siamo impegnati nella difesa dell’ospedale Valdese presentando atti in Consiglio regionale: interrogazioni, question time e ordini del giorno. Continueremo a fare così. Vigileremo sull’attività dell’assessorato per difendere tutti i presidi di eccellenza sanitari piemontesi.

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