Referendum svizzero, adesso Cota capisce il significato delle enormi boiate che hanno detto per anni
Adesso Cota si rende conto che gli immigrati possiamo essere anche noi. Ci può essere sempre qualcuno più a nord. Sono oltre 5.000 i lavoratori dell’alto Piemonte che da ieri vedono un po’ meno certo il loro futuro lavorativo a causa della consultazione referendaria con la quale in Svizzera è stato dato mandato al Governo di tessere maglie più strette per l’immigrazione fissandone delle quote.
Sono camerieri, impiegati di banca e infermieri, ma non solo. Non hanno la pelle scura e non arrivano dall’Africa, ma dai paesi del Verbano Cusio Ossola e dell’Omegnese per lavorare in Svizzera. Adesso Cota chiede l’intervento di Letta e annuncia una cooperazione con Maroni per affrontare l’imminente rischio.
E’ vero che il Governo dovrà discutere della questione nelle sedi opportune perché devono essere difesi i lavoratori piemontesi, ma è anche vero che Cota con un po’ di onestà intellettuale dovrebbe fare a nome di tutto il suo partito un mea culpa grosso quanto una casa perché sono loro i fautori di una certa politica che punta alla chiusura a riccio del popolo nei confronti degli altri. Non erano loro quelli dell’indipendentismo padano e della chiusura dei confini italiani agli immigrati? Adesso che gli svizzeri minacciano di fare la stessa cosa capiscono il significato delle enormi boiate che hanno detto per anni. E per la verità il loro segretario Salvini continua a ripetere in dissonanza con i suoi amministratori.