
Progetti di cooperazione e politiche per l’immigrazione: l’esperienza virtuosa di Asti
Dove c’è responsabilità si possono costruire percorsi di inclusione virtuosi, ne ho avuto ancora una volta la conferma mercoledì scorso ad Asti dove ho partecipato alla presentazione dei progetti di cooperazione decentrata “Rafforziamo le donne contadine” e “Percorsi creativi e futuri innovativi per giovani senegalesi e ivoriani“. Si tratta di esperienze che sono sostenute dalla Regione Piemonte.
All’incontro erano presenti, oltre al Comune di Asti, al CPAS Onlus, al Consorzio Coala, a PIAM Onlus, al CPIA, il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti, ATIMA e ASAP, associazione di cittadini senegalesi. Quello di Asti è un percorso virtuoso che è stato sviluppato negli anni dal Comune e dal mondo dell’associazionismo. Come Regione Piemonte stiamo cercando di costruire un sistema regionale di cooperazione in sinergia con le amministrazioni locali, ed è in questo senso che mercoledì siamo intervenuti all’incontro.
Per noi la cooperazione non può prescindere da una stretta relazione con la società civile. È necessario incentivare quello scambio di sapere e concertazione di strategie che siano alla base di uno sviluppo compatibile e sostenibile. Cooperazione che però allo stesso tempo deve essere strettamente collegata alle politiche per l’immigrazione perché questa è l’unica via percorribile per arginare la percezione di una crescente presenza di migranti sul territorio. La politica deve offrire risposte rispetto alla complessità dei processi migratori.
La cooperazione può essere una delle risposte perché può mettere la popolazione a conoscenza delle complessità del fenomeno migratorio. I progetti che sono stati presentati mercoledì ad Asti offrono una prospettiva alla popolazione senegalese. Il progetto “Percorsi creativi e futuri innovativi per giovani senegalesi e ivoriani” per esempio è finalizzato alla formazione e all’inserimento lavorativo dei giovani dando loro una prospettiva di “futuro”, un’alternativa alla migrazione; il progetto “Rafforziamo le donne contadine” invece guarda al ruolo delle donne e alla loro emancipazione passando attraverso l’autonomia data dalla produzione del cibo.
In Africa oltre il 60% delle donne svolge attività agricola. Formare circa 100 donne per promuovere la realizzazione di orti didattici e familiari con pratiche di agro-ecologia e permacultura, rappresenta un’azione particolarmente importante per ottenere un effetto sul territorio efficace e replicabile. Al tempo stesso coinvolgere in modo attivo le associazioni che si occupano di migranti nelle attività di comunicazione e sensibilizzazione consente di proporre ai propri cittadini una visione delle criticità dei processi migratori tenendo conto della prospettiva positiva rappresentata dalle iniziative di cooperazione svolte nei paesi di origine dei migranti stessi. All’incontro erano presenti anche diversi richiedenti asilo che frequentano il locale CPIA.
Quello della comunicazione è un passo importante che come Regione Piemonte stiamo potenziando anche con l’aiuto del Consorzio ONG Piemontesi, con l’Associazione Stampa Subalpina e con il Coordinamento Comuni per la Pace. Proprio ieri abbiamo presentato il progetto “Frame, Voice, Report!”.