• L’accentramento proposto nel piano sanitario non comporta la diminuzione dei costi. Resta il nodo Torino

    Oggi è ricominciato in commissione l’esame della proposta del piano sanitario regionale.

    Apprezziamo il metodo di procedere per approssimazioni successive, tenendo conto delle osservazioni  man mano espresse.

    Al momento non è ancora possibile esprimere una valutazione compiuta  di  un progetto ancora in elaborazione.

    Non siamo insensibili all’esigenza di rivedere la spesa sanitaria regionale, ma al momento ci sembra che l’unica ricetta proposta è un accentramento esasperato, che non necessariamente significa riduzione dei costi e miglioramento del servizio offerto.

    Ciò vale per l’accorpamento in un’unica azienda ospedaliero universitaria di San Giovanni Battista, Cto e Regina Margherita – Sant’Anna, precursore della Città della Salute, che continua ad essere un titolo.

    E vale per le “Federazioni sanitarie”, sei organismi che svolgeranno funzioni interaziendali. Ci sembra un po’ controcorrente proporre nuovi organismi, se l’obiettivo è quello della razionalizzazione di funzioni che in parte si svolgono già per raggruppamenti, come le gare per quadrante. Una valutazione seria però potrà essere fatta solo con la scelta di come attuare questi organismi. Le perplessità sono comunque forti.

    Resta poi il nodo Torino in cui non è ancora chiara la funzione del Mauriziano che in questa prima proposta sarebbe collegato al San Luigi di Orbassano, invece che al San Giovanni Battista.

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