• Incontrato il sindaco di Ormea: nessun razzismo, solo voglia di fare bene

    Non ho visto nessuna forma di razzismo, ma solo la volontà di gestire al meglio l’accoglienza dei richiedenti asilo favorendo l’inclusione con la cittadinanza e per fare questo è necessario studiare soluzioni che non creino frizioni con la popolazione.

    Dopo le polemiche dei giorni scorsi ho voluto incontrare il sindaco di Ormea, Giorgio Ferraris. Alla genesi dell’incontro le proteste di alcuni/e cittadini/e in seguito alla disponibilità di un imprenditore del settore alberghiero a ospitare richiedenti asilo nel proprio hotel.

    Ieri il sindaco di Ormea mi ha illustrato il progetto alternativo che l’amministrazione comunale ha presentato alla Prefettura di Cuneo per ospitare una trentina di migranti nell’ex casa di riposo del paese. Un progetto possibile grazie alla convenzione che dovrebbe essere siglata la prossima settimana tra la Prefettura e l’IPAB, ente proprietario dell’edificio.

    Il Comune di Ormea ci sta mettendo la faccia e questo non può che essere un fattore positivo. Inoltre una soluzione del genere sarebbe ideale perché faciliterebbe un controllo attento della gestione dell’accoglienza da parte di un ente pubblico. La Regione farà la propria parte cercando di favorire la realizzazione di attività e progetti pilota sul territorio utili a integrare i migranti con la popolazione, come l’avvio di tirocini collegati anche ad attività di ripopolamento delle zone montane, quale il recupero dei territori in disuso.

    Abbiamo parlato anche delle perplessità che nei giorni scorsi sono sorte tra la cittadinanza. Ho riscontrato la volontà da parte dell’amministrazione comunale di lavorare sulla diffidenza di alcuni/e cittadini/e. Sarà necessario fare vedere anche ai più scettici che i richiedenti asilo possono essere una risorsa per la comunità scardinando l’equazione che vorrebbe la presenza di profughi sul territorio come una fonte di insicurezza. Inoltre credo che il nostro percorso di inclusione sui territori debba trovare dei punti di contatto tra migranti e fasce deboli della popolazione: alcuni progetti dovranno infatti essere uno strumento utile anche per gli /le italiani/e in crisi.

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