• FIVIT-COLOMBOTTO, il metodo Marchionne applicato a un’azienda sana. Subito un tavolo ministeriale. Domani primo incontro all’AMMA. Interrogazione di SEL in Consiglio regionale

    Davanti a un bidone metallico dentro al quale arde il legno dei bancali e sotto una pioggerella fastidiosa, i lavoratori della FIVIT-COLOMBO di Collegno si interrogano su quello che sarà il loro futuro. In questi giorni gli 82 dipendenti dell’azienda del Gruppo Agrati hanno ricevuto la solidarietà di molti, ma sulle loro teste rimane sospeso un punto interrogativo grosso come una casa.

    Discutono tra di loro, ipotizzano, si arrabbiano e imprecano, si tratta di operai che fino a giovedì scorso (30 gennaio 2014) non avevano avuto la minima avvisaglia su quelle che fossero le intenzioni dell’azienda. La lettera di licenziamento è arrivata di sera, quando ancora, dicono, si stavano effettuando le operazioni di montaggio dell’ultimo nuovo macchinario per la produzione in azienda. Ci hanno raccontato che lo stabilimento che oggi dicono di voler chiudere è stato ristrutturato da poco tempo. “Ma non ci dicevano che il mondo si regge su una vite e un bullone? Noi questo facciamo. Qui non siamo in crisi” – dicono.

    Sono lavoratori che hanno dato tutto per l’azienda, in un cartello scrivono: “per anni abbiamo donato con impegno e onestà il nostro lavoro” – in queste poche parole si racchiude l’amarezza che nasce da tanti sacrifici che potrebbero essere cancellati in pochi giorni. Oggi Torino e il Piemonte sono soprattutto questo: una serie infinita di crisi aziendali che rischiano di piegare in due la nostra economia e la nostra gente.

    Domani all’AMMA, Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate, si terrà un incontro preliminare per discutere della situazione. E’ fondamentale che venga aperto al più presto un tavolo ministeriale di crisi sul quale porre la questione nel merito. Il Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola ha presentato un’interrogazione all’assessora al Lavoro Claudia Porchietto per chiedere un impegno diretto della Regione, seppur nella consapevolezza che la precarietà dentro la quale vive il nostro ente limite molti ambiti d’azione. E’ anche per questo che sarebbe necessario tornare al voto il prima possibile, per restituire ai cittadini un’istituzione che possa utilizzare pienamente tutti gli strumenti che ha a disposizione.

    I cittadini e i lavoratori non hanno tempo da perdere in ricorsi e controricorsi: Cota ne sia consapevole.

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