Cota non ha l’autorevolezza per pretendere trasparenza dal suo assessore Monferino? O non considera la trasparenza un valore?
E’ il suo assessore migliore, quello che ha fortemente voluto, che ha difeso e sul quale ha puntato per procedere a quella che definisce, solo lui, una vera e propria rivoluzione per la Sanità piemontese. Paolo Monferino però è un battitore libero, uno dal pedigree di razza, uno che in questa vita da uomo di Giunta non ha mai nascosto l’insofferenza per la politica, i suoi riti e i suoi uomini: non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, figuriamoci da Cota. Le regole evidentemente gli interessano solo se le reputa opportune, per se stesso, ed è per questo che probabilmente non ha ancora adempiuto agli obblighi di legge che prevedono la pubblicazione dei dati di reddito e di patrimonio, i beni mobili e immobili posseduti, le partecipazioni in società quotate e non e la consistenza e l’entità degli investimenti.
Il Presidente Cota è consapevole dell’importanza della legge che abbiamo approvato a fine dicembre del 2012: l’anagrafe degli eletti è uno strumento fondamentale per rendere trasparente la politica, evitare scandali e ridare credibilità ai partiti. Monferino finalmente fornirà i propri dati?
Gli ricordiamo che per primi avevamo sollevato l’inopportunità della presenza del suo assessore nel cda di Indesit, quando la giunta deliberava un sostegno all’azienda stessa, rea successivamente di voler delocalizzare la sua produzione.
Cota e il suo tecnico di fiducia stanno mettendo in imbarazzo l’intera assemblea regionale. Non possiamo fare credere ai cittadini che le leggi possano anche essere infrante. Il sistema delle deroghe e deroghette non esiste più: Monferino fornisca i dati o Cota lo cacci. Non siamo voyeur della finanza, siamo ammiratori della legalità.