Chi ha lasciato soli i lavoratori dell’IPLA? Chiediamo subito un piano di rilancio dell’istituto, non la Cig: l’IPLA deve essere aperta al mercato
Chi ha lasciato soli i lavoratori dell’IPLA? Sono due anni che i dipendenti dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente lottano per difendere il proprio posto di lavoro e a parole hanno ricevuto la solidarietà e il sostegno di tanti, compreso l’assessore che adesso con il suo immobilismo ne sta compromettendo il futuro. Da due giorni questi stessi lavoratori sono riuniti in assemblea permanente perché esigono chiarezza e risposte, ma nessuno sembra intenzionato ad aprire con loro un vero dialogo.
Quello che i lavoratori chiedono ad Agostino Ghiglia è un atto politico e amministrativo che permetta all’azienda di mettere in campo in tempi brevissimi un piano di rilancio dell’Istituto. L’IPLA, se sfruttata in quelle che sono tutte le sue competenze, potrebbe essere uno strumento di profitto anche per le casse della Regione Piemonte. Come sottolineano i lavoratori stessi prima della legge Bersani del 2006, che ha vietato alle società in-house di lavorare per committenti che non fossero i soci proprietari, l’istituto operava sull’intero mercato italiano. La Giunta regionale se necessario deve guardare anche in questa direzione: l’IPLA deve essere aperta al mercato.
Alla luce di tutto ciò noi crediamo che la richiesta di cassa integrazione in deroga presentata dall’azienda sia frutto esclusivamente dell’immobilismo della Giunta regionale: l’IPLA è una realtà aziendale che vive uno stato di crisi economica non a causa di una mancata richiesta del mercato, ma da scelte dannose e miopi da parte della politica.