Carissimo Cota sulla cultura hai scoperto l’acqua calda. E la programmazione per evitare doppioni con gli altri enti?
Carissimo Presidente Cota lo diciamo con rispetto, ma lei sulla Cultura oggi ha scoperto l’acqua calda. E’ ovvio che in un momento socio-economico come quello che stiamo vivendo nessuno si debba permettere di sprecare risorse economiche e che i finanziamenti debbano essere legati ad una seria programmazione e progettazione dell’offerta. Questi presupposti dovrebbero essere comuni a diversi settori e non solo a quello della Cultura.
Il livello del dibattito che ogni anno dobbiamo affrontare crediamo sia umiliante soprattutto per i lavoratori del settore. Sistematicamente ogni anno si tolgono risorse al sistema della Cultura piemontese senza tenere conto che così facendo si crea ulteriore disoccupazione e si riduce l’offerta con pesanti ricadute anche sul turismo piemontese. La Cultura non porta guadagno solo al settore, ma anche a chi fornisce servizi al turismo: albergatori, ristoranti, commercianti, ecc.
E’ ora dunque di smetterla di etichettare la produzione culturale come materia effimera. Ad oggi dunque le affermazioni di Cota sono prive di valore perché in due anni di mandato non abbiamo visto alcun provvedimento concreto atto ad uno sviluppo razionale del settore. La Regione in primis dovrebbe favorire una discussione volta alla delimitazione delle competenze dei vari enti per evitare doppioni, e dunque sprechi, con Provincia e Comune.