• Bloccato il ddl Giordano sul CSI-Piemonte in attesa dell’Assemblea dei soci. Un risultato delle opposizioni

    Questa mattina in I Commissione siamo riusciti a mettere un punto fermo nella vicenda CSI-Piemonte: fino al prossimo 7 novembre il ddl Giordano nella sua ultima e ennesima versione è bloccato.
    Nella confusione che regna sulla vicenda CSI-Piemonte, oggi, in Commissione Bilancio, il Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola è riuscito a porre un punto fermo: abbiamo ottenuto che fosse bloccato l’esame del ddl Giordano fino alla prossima Assemblea del Consorzio, programmata per il 7 novembre. Questo è il primo risultato importante che ci permette di avere un supplemento di riflessione per ottenere chiarezza su una situazione che è sempre più contorta, anche grazie alla pessima gestione dell’assessore.
    Abbiamo chiesto i verbali delle ultime sedute del CdA del CSI-Piemonte perché ci risulta che, almeno nell’ultima seduta, i tre soci principali del consorzio, Regione, Comune e Provincia di Torino, si siano espressi in altrettanti modi differenti, contrariamente alle rassicurazioni dell’assessore Giordano su una presunta concordia isituzionale negli indirizzi futuri.
    Al momento sembra invece regnare l’anarchia, evidenziata anche dalle dichiarazioni che vengono rilasciate sulla situazione economica del consorzio. In una nota il numero uno del CSI De Capitani si è detto in parte soddisfatto dai nuovi sviluppi della vicenda, ma in realtà ha contraddetto lo stesso assessore sull’affidamento del servizio di elaborazione delle retribuzioni. Giordano aveva parlato di completo affidamento al CSI-Piemonte della partita dell’informatizzazione sanitaria. De Capitani ha svelato che così non sarà perché la Federazione Torino Nord ha già individuato in un privato il fornitore del servizio cedolini stipendi. E potrebbe non essere l’unica.
    A questo proposito abbiamo presentato una interrogazione a risposta immediata in aula nella quale chiediamo delucidazioni sugli affidamenti al consorzio e sulla situazione economica. E’ necessaria chiarezza per i lavoratori e le lavoratrici del CSI-Piemonte, e anche per salvaguardare il futuro dei servizi informatici pubblici e essenziali che il consorzio gestisce.

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