A fare le spese delle divisioni nel PdL, non deve essere il CSI-Piemonte

Oggi un gruppo di consiglieri regionali del PdL è uscito allo scoperto, in virtù anche delle frizioni fra le loro neonate componenti , presentando un ordine del giorno sul  CSI-Piemonte.

Questo testo affronta la questione della riduzione dei costi degli organi pubblici, introducendo l’ipotesi più volte già perseguita da una parte del PdL, ma finora non ancora realizzata, di procedere allo spezzettamento del consorzio, costituendo “un nuovo soggetto consortile o società a partecipazione pubblica regionale” per il comparto sanitario.

Fino ad adesso il  governo regionale ha sempre rinviato una discussione allargata sul piano strategico e industriale del  CSI-Piemonte, lasciando lo spazio a messaggi contradditori sul futuro dell’azienda.

L’ultima puntata, che ha visto le dimissioni in blocco del cda, non conforme alle direttive nazionali, ha portato il direttore generale a dichiarare in una nota aziendale rivolta ai dipendenti che tutto sta procedendo nel migliore dei modi possibili, fornendo ampie rassicurazioni sullo stato di salute economico-finanziaria del consorzio.

E lui stesso afferma che tutto il resto sono chiacchiere: “non c’è nulla di nuovo sotto il sole, se l’unica idea di cui si sente parlare, da molti anni ormai, e sempre dalle stesse fonti, è quella di staccare dei pezzi o sottrarre delle attività per destinarle a non meglio precisati nuovi soggetti, con motivazioni e finalità che, almeno dal punto di vista industriale, non vengono espresse.”.

Siamo seriamente preoccupati per questa divergenza di opinioni.

Noi riteniamo che si debba finalmente affrontare in modo serio il futuro di questa azienda, dei suoi lavoratori, delle loro competenze, che hanno contribuito ad affermare nel tempo un modello organizzativo nella pubblica amministrazione, che necessita di aggiornamenti, ma continua a fare scuola e non merita di essere buttato nel cestino.