• Occupazione, ecco le mie risposte all’ex direttore del Centro studi di Unione industriali

    Mauro Zangola, tra i tanti incarichi ricoperti in passato, direttore del Centro Studi dell’Unione industriali di Torino,  e  autore del libro ‘Smarrita occupazione’, edito da Seb27, mi ha fatto alcune domande per capire meglio in che modo lo schieramento di centro sinistra, e io, abbiamo in mente di proseguire a lavorare sui temi dell’occupazione, in modo particolare di quella giovanile. Le sfide sono enormi, non risolvibili da una sola amministrazione regionale. Qui, comunque, le mie risposte.

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  • Al via i voucher di conciliazione, un aiuto in più per le donne

    Un aiuto in più alle famiglie sta per arrivare. Si chiama voucher di conciliazione ed è una sorta di bonus spendibile in servizi sociali. Lo potranno usare coloro che desiderano entrare per la prima volta nel mercato del lavoro, o rientrarvi dopo un periodo di inattività, e che hanno a carico figli piccoli, disabili o genitori anziani. La nuova misura è finanziata con risorse del Fondo sociale europeo per 3 milioni di euro. La Regione Piemonte la renderà operativa nei prossimi mesi, come previsto dalla delibera di indirizzo approvata oggi dalla Giunta, su mia proposta e dell’assessora al Lavoro, Gianna Pentenero. Leggi Tutto

  • Thyssen, c’è ancora l’amaro in bocca

    A dieci anni dalla strage della Thyssen l’amaro in bocca è ancora forte. Quella notte, quei giorni, quelle settimane sono un ricordo indelebile nelle nostre memorie e nella storia della nostra città. Torino non dimenticherà mai il sacrificio di Antonio Schiavone, Giuseppe De Masi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino, i lavoratori che quella notte persero la vita tra le fiamme dell’acciaieria di corso Regina Margherita. Anche per loro e per i loro famigliari dobbiamo portare avanti con sempre maggiore convinzione la battaglia per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Leggi Tutto

  • Il piano di FCA non ci convince

    Scusate se non plaudiamo al nuovo piano industriale di FCA presentato da Marchionne, ma continuiamo a essere preoccupati. Avremmo sperato che questa volta l’azienda torinese fosse passata dalle intenzioni ai fatti e invece siamo costretti a prendere atto dell’ennesimo rinvio: quando i lavoratori di Mirafiori potranno tornare a lavorare?
    Non ci vengano a dire che l’amministratore delegato della FCA ha preso impegni chiari e concreti perché non è vero: i lavoratori di Mirafiori saranno costretti ad attendere il 2018 per il rientro in linea e non sono neppure sicuri che la promessa verrà mantenuta.
    Marchionne si rende conto delle ricadute sociali che hanno le decisioni che sta prendendo FCA? La cassa integrazione per gli addetti di Mirafiori fino al 2018 avrà ricadute pesantissime anche sul loro potere d’acquisto e di conseguenza anche sul commercio nel nostro territorio. Per non parlare delle ripercussioni negative che subirà l’indotto.
    Il Governo dunque verifichi le reali intenzioni dell’azienda automobilistica torinese e allo stesso tempo, di concerto con la Regione, si valuti l’ipotesi del contratto di solidarietà per il gruppo intero come suggerisce Maurizio Landini, segretario nazionale della FIOM.
  • Scontri del 1 maggio, sono state cancellate le ragioni dei lavoratori e del Lavoro

    Almeno il 1 maggio il tema del lavoro dovrebbe essere centrale, ieri purtroppo così non è stato a causa dei disordini avvenuti in piazza che hanno conquistato la ribalta mediatica. Peccato perché la festa dei lavoratori dovrebbe essere il momento per ribadire che il sistema attuale crea precarietà, disoccupazione e non permette ai giovani di immaginare un futuro libero.
    Molti manifestanti ieri sono stati privati delle loro ragioni, quel che è accaduto in piazza ha svuotato di contenuti la giornata torinese. Peccato perché proprio Torino è la città italiana che ha subito con maggior violenza la crisi economica. In Piemonte il 40% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è disoccupato; i piemontesi in cerca di un’occupazione sono 213.000, quelli in mobilità sono 35.000; il tasso di disoccupazione nella nostra regione è del 10.6%, un dato che se confrontato con quello dell’anno precedente è in aumento del 1,4%.
    Detto ciò è sempre più evidente il fatto che nessuno sia più in grado di mediare con tutta quella parte di popolazione che non si sente più rappresentata. Che ci sarebbero stati momenti di tensione durante il corteo lo sapevamo già dai giorni precedenti, probabilmente anche questo fattore ha influenzato il comportamento delle forze di polizia.
    La gestione della piazza non crediamo sia stata all’altezza. Il nostro auspicio è che la prossima manifestazione sia gestita con un po’ più di buonsenso.