• Quelle donne sole che non si arrendono

    Prendo spunto dall’articolo sul Corriere di Isabella Bossi Fedrigotti, “quelle donne sole che non si arrendono”, in Birmania, in Cecenia, in Iran. Io aggiungo in Afghanistan.
    Sono Aung San Suu Kyi, Anna Politkovskaya, Natalya Estemirova, rapita e uccisa un mese fa in Cecenia, come ieri mattina Zarema Sadulayeva, direttrice di un’organizzazione non governativa che si occupa di giovani, le regine della resistenza iraniana, Neda, Clotilde Reiss, la ricercatrice universitaria costretta a confessare le sue colpe in tribunale, che potrebbero costarle l’impiccagione.
    La comunità internazionale si indigna, ma è impotente. Per l’Afghanistan invece la Nato è con i “signori della guerra”, così come denuncia la dissidente Malalai Joya, espulsa dal Parlamento nel 2007. E l’oppressione delle donne in quel paese continua: una recente norma legalizza lo stupro fra le mura domestiche.
    Perchè tante donne così visibili?
    Forse l’effetto mediatico è garantito proprio perchè donne… Ciò mescolato al fatto, come sostiene la giornalista, che la “pasionaria”, la “suffragetta” è donna, non esistono i corrispondenti maschili.
    Io aggiungo che non a caso sono femminili i simboli di battaglie che in questo momento sembrano essere ideali, ma destinate alla sconfitta.
    Ieri sono stata richiamata a non essere idealista… Ma abbiamo un disperato bisogno di ideali, che vorremmo però si traducessero nella realtà.

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