• Orfani di femminicidio: vittime al quadrato di un deficit di laicità

    Ormai è evidente: siamo e saremo costretti a fare i conti sempre più spesso con quello che possiamo definire un vero e proprio “deficit di laicità” di cui spesso a soffrirne è il Parlamento. E pensare che Camera e Senato dovrebbero essere i luoghi a tutela dei diritti di tutti i cittadini e le cittadine italiane, ma a questo punto il condizionale è d’obbligo.

    Ieri al Senato il provvedimento che dovrebbe trasformare in legge le norme a favore degli orfani delle vittime di femminicidio ha subito un brusco stop. L’intenzione era quella di avviare una procedura accelerata in modo da approvare la legge già in commissione Giustizia, ma gli “onorevoli” di Forza Italia hanno bloccato tutto. Il rischio? Qualsiasi modifica al testo produrrebbe automaticamente un altro passaggio alla Camera con, visto che siamo a fine legislatura, conseguente “addio” all’approvazione della legge.

    Ciao ciao dunque ai diritti degli orfani di femminicidio, ma di che diritti parliamo? Patrocinio gratuito; sequestro conservativo dei beni del colpevole di femminicidio a garanzia del risarcimento dei danni civili subiti dal minore; sostegno allo studio, nell’inserimento lavorativo; l’istituzione di un fondo per il sostegno medico e psicologico. Ah, ovviamente stiamo parlando di tutti quei minori che perdono un genitore per mano dell’altro, che l’assassino sia uomo oppure donna.

    Ma quindi, perché davanti a un testo di tale buon senso i senatori di Forza Italia hanno fatto saltare il banco? Perché i provvedimenti previsti nel testo riguardano anche i “figli delle unioni civili” e secondo loro questo potrebbe essere un modo per fare rientrare dalla finestra il tema dell’adozione per le coppie omosessuali. Un ragionamento un po’ contorto, ma che, andando oltre il merito, causa solamente danni a chi da queste beghe ideologiche non dovrebbe essere coinvolto.

    I minori, che sono sempre i più indifesi, diventano vittime al quadrato. Vittime per mano di un genitore che ha negato loro la possibilità di continuare una vita normale e vittime della politica che li mette in mezzo in una discussione strumentale e utile solo a pensare di farsi interprete di una parte dell’elettorato.
    È evidente che di tutto questo adesso, quando si sta ragionando sulle eventuali alleanze per le prossime elezioni politiche, si dovrà tenere conto. Il Paese non si può cambiare con chi sacrifica i diritti dei cittadini e delle cittadine sull’altare della convenienza politica.

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