• Occupazione, ecco le mie risposte all’ex direttore del Centro studi di Unione industriali

    Mauro Zangola, tra i tanti incarichi ricoperti in passato, direttore del Centro Studi dell’Unione industriali di Torino,  e  autore del libro ‘Smarrita occupazione’, edito da Seb27, mi ha fatto alcune domande per capire meglio in che modo lo schieramento di centro sinistra, e io, abbiamo in mente di proseguire a lavorare sui temi dell’occupazione, in modo particolare di quella giovanile. Le sfide sono enormi, non risolvibili da una sola amministrazione regionale. Qui, comunque, le mie risposte.

    1. Da quanto è dato a sapere sui programmi dei candidati governatori  alle prossime elezioni regionali permane a mio avviso  un assordante silenzio sulle difficoltà che incontrano i giovani a realizzare un normale progetto di vita: condividi questa analisi?
    In realtà non è proprio così. Io stessa ho appena fatto approvare una legge giovani. Questa ha l’obiettivo di sostenere l’associazionismo giovanile, di rendere più partecipi i giovani alla vita sociale attraverso un rafforzamento dei centri d’aggregazione, con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Inoltre la nuova legge mette le basi per sostenere i viaggi di studio e tirocini all’estero. Tutto questo perché vogliamo aiutare i giovani piemontesi a costruirsi soft skills e una rete sociale che sono, secondo numerosi studi, elementi fondamentali per un più facile inserimento nel mondo del lavoro. Questa legge è già finanziata ma, per esplicare i suoi effetti, ha bisogno di regolamenti attuativi. In caso di rielezione mi occuperò prima di tutto di portare a termine questo lavoro.
    2. Aree Metropolitane come Milano e Bologna  hanno tassi di disoccupazione giovanile molto più bassi di quelli torinesi:che cosa impedisce a Torino di mettersi alla pari con queste aree?Stiamo pagando forse troppo il peso  di una deindustrializzazione in larga parte colpevole?

    Ci sono anche ragioni storiche. Milano è capitale della moda, del mobile, della finanza. L’Emilia Romagna ha costruito tutto sul suo sistema di cooperative.  Torino, storicamente,  ha basato la sua economia sulla Fiat. Anche se con Chiamparino sindaco avevamo iniziato con la diversificazione puntando così su turismo, nuove tecnologie (Torino ha investito in start up, smart city). Ma con la nuova amministrazione comunale a guida 5Stelle, in città qualcosa sembra essersi inceppato.

    3. Pensi possa esserci rimedio all’esplosione della precarietà e del lavoro gratuito?
    Questo è un tema dibattuto a livello mondiale. I progressi della ricerca, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale, fanno pensare che negli anni il lavoro delle persone sarà sostituito in parte dalle macchine. Lo stesso Bill Gates, dal suo osservatorio privilegiato, proponeva tempo fa di introdurre un reddito universale per evitare la caduta in stato di povertà di un gran numero di persone. E nel G7 che si era tenuto a Torino si era affrontato lo stesso tema. L’orientamento prevalente sembra suggerire di orientare i giovani sulle materie Stem. Prendere accordi con i giganti della tecnologia per formare i giovani e poi stare a vedere. Il Piemonte sta cercando di essere attrattivo per le grandi realtà. Se Amazon è venuta a investire in Piemonte, dando centinaia di posti di lavoro, non è un caso. Questo è il frutto di politiche mirate portate avanti nella nostra regione e da chi oggi la governa.
    4. Pensi sia possibile, e in quale modo, ridurre l’interminabile  percorso che i giovani devono percorrere per transitare dalla scuola al lavoro, per  conseguire,  se arrivano a destinazione,    un lavoro, stabile, gratificante e dignitoso?
    Penso che sia fondamentale che scuola e impresa lavorino a stretto contatto. Di recente ho letto un articolo su Repubblica che raccontava l’esperienza di un liceo scientifico bolognese dove è stato creato un laboratorio di tecnologia finanziato da un’impresa. I ragazzi hanno creato una pala eolica stampandola in 3d. Dovremmo sempre di più incentivare esperienze come queste.

     5. In presenza di un diffuso fenomeno di sovraistruzione te la senti di consigliare ai giovani di continuare a studiare?
    Non bisogna mai smettere di studiare, certo dipende da cosa si studia. John Hagel, il vice presidente di Deloitte center for the Edge, ricordava tempo fa a Milano che Steve Jobs, Marc Zuckerberg non si sono mai laureati, ma erano spinti da una vera passione per lo studio della tecnologia. Oggi la nostra scuola è troppo ingessata. Forse dovremmo rivedere il modello di istruzione, a partire dall’Università.

    6. Oggi a Torino  la domanda di lavoro è fatta in larga parte da occupazioni poco . In tale contesto  quale pensi sarà l’impatto  della quarta rivoluzione industriale nella nostra area?
    Torino, con Chiamparino sindaco, aveva puntato su start up, aziende tecnologiche, quindi su lavoro di qualità. La città era diventata laboratorio per diverse grandi realtà. Certo ora la città sembra molto più ferma di prima

    7. Concordi con me sulla necessità che i  giovani facciano sentire di più la loro voce per chiedere lavoro , contrastare la tendenza a considerare il lavoro una merce  e non una risorsa la cui dignità va salvaguardata con tutti i mezzi?
    Far sentire la propria voce è sempre un bene. La mia legge mira a incentivare i giovani a fare proprio questo. 

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