• Non si scherzi sulla pelle delle donne! Il mio intervento sull’Huffington Post in difesa della libertà di scelta delle donne

    Sull’Huffington Post in difesa della libertà di scelta delle donne.

    Non si scherzi sulla pelle delle donne!” Il manifesto apparso in queste ore a Roma è semplicemente osceno. Su sfondo nero spicca una frase che definire vergognosa è poco: “L’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo”.

    Si tratta di un’ennesima provocazione contro una legge dello stato, la 194, che lascia libera la donna di scegliere se proseguire o meno la gravidanza. Questa volta la campagna è portata avanti dalla Fondazione CitizenGO. Pochi mesi fa, invece, un altro manifesto, rimosso dalla sindaca Virginia Raggi, cercava di far sentire in colpa le donne che decidono di abortire. Come ha ben ricordato la Cgil nazionale, in Francia, fare pressioni di questo tipo è un reato.

    Io dico giù le mani dalla 194, che è una legge di libertà, che tutela la salute della donna e che ha permesso di contrastare efficacemente l’aborto clandestino. Anche in provincia di Biella, di recente, sono spuntati dei manifesti ProVita. Ad appenderli è stata una donna, una sindaca. Il fenomeno inizia a diventare preoccupante. Chi fa pressioni indebite, rivendica il diritto a manifestare il proprio pensiero, ma più che altro, vista l’insistenza, sembra volerlo imporre. Vorrei ricordare che essere liberi di dire la propria, non significa offendere gli altri e intromettersi in scelte personali. E il manifesto anti-aborto insulta e cerca di far sembrare criminale ciò che invece non lo è, in un momento di fragilità.

    Soprattutto, ritengo dannoso accostare un problema serio come il femminicidio, all’interruzione di gravidanza. Vorrei lanciare un appello a tutte le italiane che trovano offensivo il manifesto di CitizenGo: fate sentire la vostra voce. Non state zitte.

    Al Salone del libro di Torino, ho dialogato con l’attivista delle Femen, Inna Shevchenko, che per le sue posizioni è stata anche in carcere. Lei ha detto qualcosa che condivido: “C’è chi vuole che le donne siano belle, sorridenti e soprattutto zitte.” Invece è importante parlare, dire quello che ancora non va, rivendicare i propri diritti. Soprattutto è importante difenderli. Non diamoli per acquisiti. Come si conquistano, se non si presta attenzione, si possono anche perdere. Che il Comune di Roma rimuova i manifesti. Diciamo tutte insieme no a chi ci vuole riportare nel Medioevo.

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