• Le donne si giudicano dalle capacità, non dall’aspetto: vale anche per la Boschi

    Quando essere belle è una colpa. Se Maria Elena Boschi non avesse avuto il sorriso che ha, probabilmente Rosy Bindi non si sarebbe scagliata contro di lei come ha fatto nei giorni scorsi. L’ex presidente del Partito Democratico ha dichiarato: “Penso che le donne ministro siano state scelte anche perché erano giovani, non solo perché erano brave, ma anche perché erano belle…” – parole che hanno fatto talmente tanto scalpore da finire dritte dritte sull’edizione online del Telegraph in un articolo dal titolo: “Matteo Renzi come Silvio Berlusconi: accusato di scegliere le ministre per la bellezza e per l’età”.

    Evidentemente la bellezza è sempre più una colpa. Io credo che l’approccio della Bindi rischi di farci fare un passo indietro in quella famosa rivoluzione culturale che dovremmo tentare di portare avanti per rinnovare e modernizzare il nostro Paese. Non me ne voglia l’ex ministro, ma io credo che il suo approccio sia di vecchio stampo. Io credo che chiunque di noi debba essere giudicato per quello che fa e non per quello che appare.

    È troppo facile giudicare una donna per il suo aspetto fisico, è meno facile giudicarla per quello che è il suo operato sul campo. Io voglio giudicare i ministri per quello che è il loro lavoro ministeriale. La mia non vuole essere una difesa a priori e non vuole essere neppure un messaggio d’accusa. Credo solamente che se vogliamo avanzare nel campo delle Pari Opportunità dobbiamo sgomberare ogni ostacolo culturale che possa farci fare ruzzoloni goffi e imbarazzanti.

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