
Le dichiarazioni di Alfano sono frutto dell’ambiguità politica che regna sul fronte dei diritti
Le dichiarazioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano sono frutto dell’ambiguità che da ormai troppo tempo regna sul tema dei diritti nel nostro Paese. La libertà che un/una cittadino/a italiano/a dovrebbe avere di vivere la propria sessualità non è un’opinione e non può essere condizionata dall’orientamento politico di un ministro. Quello dei diritti dovrebbe essere un fronte comune per tutti e il sostegno a politiche e manifestazioni omofobe complica di gran lunga il percorso che stiamo tentando di fare per portare il nostro Paese al passo con le direttive europee.
Reputo pericoloso che il ministro dell’Interno annunci attraverso una diretta radiofonica la sua intenzione di diramare una circolare ministeriale con la quale ordinerebbe di annullare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali. Credo che faccia bene Vittorio Merola, il sindaco di Bologna, a ribadire la sua fermezza a mantenere la propria firma sulle trascrizioni fatte dal suo Comune. Non è più il caso di scherzare perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Come spiega bene il Codacons, la Corte europea dei diritti dell’uomo “con una sentenza del 2010 ha ammesso l’esistenza del diritto alla vita familiare anche in favore delle coppie formate da soggetti dello stesso sesso e ha confermato che il concetto di “vita familiare” deve necessariamente includere anche la “famiglia di fatto”, ossia il legame stabilito tra persone che vivono insieme anche fuori dal matrimonio, indipendentemente dal loro sesso”. Le trascrizioni firmate dai sindaci si limitano a “riconoscere i legami tra persone che rappresentano una coppia di fatto o che hanno contratto formale matrimonio all’estero, in conformità di quanto previsto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Lo stesso Codacons ha annunciato un ricorso al TAR del Lazio.
In questo momento è necessario ribadire con forza che la Regione Piemonte si batterà per i diritti civili a tutti i cittadini e che porteremo in Consiglio la discussione sull’approvazione di una nuova legge regionale contro le discriminazioni derivanti dall’orientamento sessuale. Ci auguriamo che il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, prenda le distanze dalle dichiarazioni del ministro dell’Interno e che riveda la sua agenda politica perché, alla luce della spinta omofoba e discriminatoria di questi giorni, una legge nazionale che riscriva il sistema dei diritti delle persone omosessuali è urgente.