• La Regione rifinanzia il recupero degli uomini che odiano le donne e mette a bando 100mila euro

    Da quando è partito in via sperimentale, il progetto della Regione Piemonte per cercare di riabilitare gli autori di violenza contro le donne, sono stati presi in carico circa 280 uomini da associazioni specializzate in questo tipo di interventi. E adesso, per il 2019, l’assessorato ai Diritti ha messo a bando nuove risorse con l’obiettivo di restituire alla società persone non più pericolose ma in grado di gestire l’aggressività.

    In palio ci sono 100mila euro. Il termine entro il quale fare richiesta è  il 31 maggio. Possono presentare domanda per accedere a questi fondi tutti glienti locali ed organizzazioni titolari dei Centri Antiviolenza, iscritti all’apposito albo regionale, tutti coloro che sono impegnati nella promozione e realizzazione di interventi e attività a favore degli autori della violenza. Le organizzazioni iscritte negli appositi albi e registri regionali del volontariato e della promozione sociale o iscritte al registro delle Onlus presso l’Agenzia delle entrate.

    Fino a oggi le zone del Piemonte dove si è lavorato di più per il recupero degli autori di violenza sono: Torino, in  carcere sono stati coinvolti 60 i detenuti con condanna definitiva a sfondo sessuale che beneficiano di un programma specifico. A Vercelli, sempre in carcere, sono stati coinvolti ben 45 uomini. A Biella 15. Fuori dal penitenziario, invece, le otto associazioni che finora si sono occupate di portare avanti questo lavoro (Cerchio degli uomini, Consorzio socio-assistenziale cuneese,Spam – Paviol, Consorzio socio-assistenziale Ossola, Medea,Gruppo Abele, Elios Coop e Punto a capo, Centro di Ascolto del disagio maschile liberi dalla violenza),  hanno oggi in carico circa 162 persone. Di queste, sette su dieci sono italiane. E in sette casi su dieci si tratta di mariti o conviventi delle vittime.

    “Il nostro obiettivo è cercare di rendere questi uomini non più un pericolo per le donne che hanno maltrattato. Quando escono dal carcere, spesso, vanno a cercare di nuovo le proprie vittime. – racconta l’assessora regionale ai Diritti – E quando sono a piede libero diventano stalker, minacciano, o in qualche modo si accaniscono, nei modi più violenti, contro le compagne che li hanno lasciati. Noi vogliamo cercare di impedire che continuino su questa strada. Vogliamo che le donne possano sentirsi più sicure”.

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