• Il video delle “ragazzine omofobe” e la generazione progressista che si è ribellata alla discriminazione

    Ci ho pensato alcuni giorni prima di decidermi a scrivere questo post. A frenarmi in un primo momento è stata la paura di poter diventare cassa di risonanza di due ragazzine troppo giovani e immature che hanno sbagliato, ma che non vanno demonizzate.

    È stata mia figlia a parlarmi per prima del video che stava spopolando su Youtube e durante il quale due adolescenti esprimevano la loro opinione sull’omosessualità. Ho voluto guardarlo perché credo che per comprendere si debba fare lo sforzo di conoscere le dinamiche e analizzare i fatti. Sono rimasta colpita dal tono scanzonato con il quale venivano dette frasi di una gravità sconcertante contro persone ree solamente di manifestare pubblicamente il loro essere.

    Tutto il glossario omofobo degli ultimi venti anni d’Italia è sintetizato nei centoventi secondi del pensiero delle due ragazzine: “Io non è che odio i gay, mi danno solo un po’ fastidio”; “Tu puoi fare il gay: un animale, una macchina, un cane, un palo della luce”; “Se volete fare i gay, fatelo a casa vostra. Se no benzina e fuoco”; “Ti lamenti se ti picchiano, ti danno fuoco e ti buttano da qualche parte.. e ti sta bene”.

    Un grande classico all’italiana insomma: tu fai pure quel che ti pare, ma non farti vedere in giro perché altrimenti sporchi il finto decoro del quale andiamo tanto fieri. A sconvolgere, sì sconvolgere, è il fatto che questa regressione sia già insita nell’animo di due giovani donne che probabilmente sono state contaminate troppo presto da anni di degradazione culturale. E speriamo che queste ragazzine non debbano mai sentire sulla propria pelle il peso della discriminazione di genere.

    Non buttiamo però il bambino con l’acqua sporca perché forse il lato più importante di questa storia è proprio l’aspetto positivo che nasconde. Sì perché un aspetto positivo io sono riuscita a trovarlo ed è anche rilevante: il web si è ribellato a questa palese discriminazione e a mettersi in prima fila contro le due “ragazzine omofobe” sono stati proprio i loro coetanei che hanno postato un gran numero di video di risposta. Se oggi dunque sappiamo che ci sono due ragazzine che non hanno le idee molto chiare sull’omosessualità, sappiamo anche che ci sono molti loro coetanei che hanno voluto metterci la faccia per difendere non una persona, ma un diritto.

    Infine un invito: non cadiamo e non cadete nel tranello dell’insulto e della demonizzazione, queste due giovani hanno sbagliato e se ne renderanno conto. Il loro giudizio è figlio di una società che spesso e volentieri discrimina. Non fomentiamo la rabbia che è in loro, spieghiamo loro che un omosessuale non è una bestia, un’automobile o un palo della luce e che non deve essere bruciato. Raccontiamo loro che un omosessuale non deve essere accettato o tollerato e che non deve avere l’autorizzazione di nessuno per essere se stesso. Facciamo capire loro che ognuno la propria vita la vive nella libertà di essere chi vuole e può fare quel che vuole nel rispetto della legge e degli altri.

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