• Il Pride compie cinquant’anni

    I moti di Stonewall iniziarono nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York. L’anno successivo vennero ricordati per la prima volta dalla comunità GLBT, che ha iniziato a rivendicare il diritto ad essere visibile e di conseguenza avere pari opportunità nella società.

    Questo il senso profondo delle manifestazioni che si svolgono ogni anno da cinquant’anni in tutto il mondo in questo periodo.

    Quest’anno però la pandemia ha spostato on line molte celebrazioni, come è avvenuto a Torino la scorsa settimana, rendendo di conseguenza meno visibile questa ricorrenza, quando invece proprio il Covid-19 la rende ancora più densa di significato.

    Da una parte, stiamo infatti vedendo come questi mesi rischino di rendere ancora più marcate le diseguaglianze, le discriminazioni. Come per le donne maltrattate nel loro nucleo familiare, anche le persone che non riescono a esprimere liberamente se stesse nel loro contesto possono avere incontrato difficoltà maggiori durante il lockdown.

    Dall’altra esiste la possibilità concreta che i nazionalismi avanzino con le frontiere, da mantenere invalicabili, e con loro un arretramento sul fronte dei diritti. In Polonia, il presidente Andrzej Duda ha affermato in campagna elettorale che “l’ideologia GLBT è ancora più distruttiva di quella del comunismo“.

    In Russia, Putin ha presentato degli emendamenti alla Costituzione, che prevedono anche il divieto dei matrimoni omosessuali.

    Ma ci sono fortunatamente pure segnali positivi. Negli Stati Uniti, la Corte Suprema, nonostante Trump, ha ampliato le protezioni contro la discriminazione sul lavoro, estendendole esplicitamente a omosessuali e transgender.

    In Italia, è vicino l’obiettivo che aspettiamo da tanto tempo: l’approvazione di una legge contro l’omotransfobia. Non dimentichiamoci che la nostra Regione ha la legge n.5/2016 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”. Tra le cause di discriminazione prevede sesso, orientamento sessuale e identità di genere. E’ però necessaria una legge nazionale, che vada al di là delle competenze regionali, senza per questo negare la libertà di espressione o ledere gli interessi delle donne con l’espressione “identità di genere”, che al contrario è inclusiva delle differenze.

    Proprio questo punto è fondamentale: le battaglie sui diritti hanno più opportunità di avere successo se intersezionali, partendo dalla considerazione che le diverse forme di esclusione sono interconnesse e creano un sistema di oppressione che rispecchia l’intersezione di molteplici forme di discriminazione, compreso il razzismo, contro il quale sta finalmente aumentando la consapevolezza, grazie al movimento “Black lives matter”.

     

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