• I lunedì nei centri antiviolenza: aumentare il numero di posti letto nelle case rifugio

    Quella che si è appena conclusa è stata una settimana intensa e importante per il contrasto alla violenza sulle donne. Sono state organizzate numerose iniziative con le quali abbiamo voluto affrontare il tema da più punti di vista e in tutte le sue sfumature. Per noi che operiamo quotidianamente per contrastare la violenza di genere è stato incoraggiante vedere la grande partecipazione a ogni evento e dibattito, segno di come la nostra battaglia stia diventando una battaglia condivisa.

    Il nostro impegno però continua anche dopo il 25 novembre e questa mattina abbiamo continuato il tour dei Centri antiviolenza piemontesi visitando, a Torino, quello gestito dall’Associazione Unione Donne Terzo Millennio. La serie di incontri de “I lunedì nei centri antiviolenza” vuole essere un momento di ascolto delle testimonianze di chi opera nella rete regionale dei 14 centri antiviolenza e delle 9 case rifugio; vogliamo monitorare per comprendere come possiamo ancora migliorare il sistema di protezione delle donne piemontesi.

    Sono principlamente tre gli aspetti che sono stati messi in evidenza dalle operatrici del centro. In primo luogo l’esigenza di avere modalità di lavoro comuni tra i diversi soggetti che operano per il contrasto alla violenza di genere, in particolare con forze dell’ordine e servizi sociali, mettendoli tutti allo stesso tavolo come avviene in alcune realtà attraverso l’applicazione di protocolli. La questione delle donne straniere per le quali è importante avere posti all’interno delle case rifugio perché spesso non hanno una rete familiare e devono essere accompagnate nel loro percorso di uscita dalla violenza e nell’inserimento lavorativo. Fondamentale è anche portare avanti corsi di italiano e di conoscenza civico linguistica perché la donna straniera che non conosce l’italiano viene controllata più facilmente dall’uomo. Infine è emersa l’esigenza di rivedere la modalità di raccolta dati in modo da mantenerla esaustiva, ma snella che non richieda troppo tempo nella compilazione.

    Questi incontri che stiamo facendo sul territorio piemontese risultano utili perché ci permettono di comprendere come possa essere migliorato il sistema e in quale direzione spostare il nostro lavoro. Oggi per esempio abbiamo aperto una riflessione sul numero dei posti nelle case rifugio e le riflessioni sulle donne straniere e sulla necessità di accompagnarle nel loro percorso ci fa comprendere che l’esigenza è di aumentare la capienza.

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